La pagina della Gazzetta di Reggio che si occupa del mondo del volontariato, sabato 27 febbraio 2016 ha pubblicato un articolo sulla serata.

Amministratore di sostegno un aiuto non solo ai disabili

Il tema è stato affrontato in un incontro al centro culturale Mavarta di Sant’Ilario. Strumento che si adatta alle esigenze di anziani e di persone in situazioni difficili.

di LauraPasottl
SANT’ILARIO
Opportunità e servizi a tutela delle persone fragili, quando i genitori non d saranno. E’ il tema trattato nel convegno che si è tenuto al Centro culturale Mavarta di Sant’Ilario su iniziativa dell’associazione Gis (Genitori per l’inclusione sociale) con il Comune, la Fondazione Durante e dopo di noi e il Centro servizi per il volontariato DarVoce. «Come associazione vogliamo proporre il progetto di un Laboratorio di competenze familiari, un ciclo di incontri per formare e informare le famiglie sul tema della fragilità», spiega Maria Rosa Cantarelli, presidente di GIS. «L’incontro al Mavarta è stata una sorta di “pilota”». La partecipazione è stata alta. «la sala era piena, soprattutto di familiari di persone disabili di età diverse: segno che il bisogno c’è», continua la presidente.
Nel primo intervento, Anna Ganapini di DarVoce ha parlato dello strumento dell’amministratore di sostegno e del progetto Non più soli, spiegando in quali circostanze l’amministratore di sostegno può subentrare a supporto di una persona fragile. «Abbiamo capito, quindi, che si tratta di uno strumento trasversale che può riguardare le persone disabili ma anche gli anziani e tutti coloro che, per qualsiasi circostanza della vita, hanno bisogno di aiuto- continua Cantarelli – interessante perché spesso si pensa che i temi della disabilità riguardino solo i disabili»
Poi Giulio Trevisi, consigliere della Fondazione Durante e dopo di noi, ha parlato del servizio di tutela giuridica per prepararsi al futuro. «Il dopo di noi è un tema molto delicato da affrontare ma va fatto quando si è ancora in grado di pensare e pianificare il futuro per il proprio famigliare disabile, creando un progetto di vita con l’aiuto di professionisti», spiega Cantarelli. Il servizio della Fondazione permette di rivolgersi a un’equipe di professionisti che analizza la situazione familiare in modo individuale e propone una soluzione calcolata sulle esigenze della famiglia. «Chiaramente si tratta di suggerimenti ma è importante che il servizio sia conosciuto sul territorio e che le famiglie non si sentano abbandonate a se stesse», chiarisce Cantarelli.
Ora l’associazione intende proseguire con il progetto del “Laboratorio di competenze famigliari”, in particolare trattando il tema della scuola, ovvero quali cose deve sapere il genitore di un bambino disabile certificato nel momento in cui lo iscrive a scuola, e approfondendo la nuova legge sul dopo di noi, approvata in Senato, per capire quali sono le novità, «senza tecnicismi, ma rendendo le informazioni fruibili a tutti».

2016 -02-27 GdR dopodinoi