«Insieme siamo il meglio»:
parola di G.I.S. (Genitori per l’inclusione sociale)

L’associazione vuole contribuire alla diffusione della cultura dell’integrazione delle persone diversamente abili nella comunità reggiana, rafforzando il ruolo del volontariato nell’accoglienza della disabilità, in sinergia con altri soggetti pubblici e del privato sociale.

Basket senza barriere» sabato 7 dicembre 2013 al Pala Aeb della Pianella. È stato un po­meriggio sportivo diverso. Di­ verso perché, in un clima rilassato e festo­so, si sono incontrati due mondi differenti nel posto giusto: prima gli atleti dell’ASDRE (Associazione Sport Disabili Reggio Emi­lia) e quelli della Mecart Scuola di basket hanno dato vita a una partita che ha visto sfrecciare le carrozzine sul parquet a veloci­tà stupefacenti. Il match è stato gradevole e ha strappato al pubblico sorrisi e applausi. Ha vinto la squadra in maglia nera per 16 a 14.

Ruotiamo insieme
Una partita di quelle che non si dimentica­no facilmente quella del 7 dicembre al Pala Aeb, l’epilogo di una grande esperienza di amicizia. «Basket senza barriere» ha coin­volto il minibasket e il settore giovanile della Scuola Basket, gli amici dell’Arbor. Gli atleti si sono alternati e a rotazione hanno calcato il parquet e divertito il numeroso pubbli­co presente. Tutti hanno giocato insieme. Abbiamo pensato fosse giusto raccogliere il pensiero del gruppo e di riportarlo. Oggi l’agorà è anche il gruppo chat. E allora … «Basket senza barriere è stato un pomerig­gio molto educativo e molto significativo, durante il quale ho scoperto che la passione per lo sport fa superare i problemi fisici che non sono più un limite». Filippo

«Basket in carrozzina: questa esperienza è stata molto divertente e istruttiva. Mi ha permesso di imparare un nuovo modo di giocare lo sport che amo di più». Fabio

«La difficoltà più grande del basket in car­rozzina è conoscere la propria squadra. Senza amicizia sarebbe quasi impossibile giocare». Giacomo

«lo penso che per quelle persone deve es­sere veramente difficile fare una vita seduti tutto il tempo su Una carrozzina! Quindi io penso che le persone abili come noi possa­no ogni tanto dedicare un po’ del loro tem­po per rendere felici queste persone che ne hanno molto bisogno. lo che questa espe­rienza l’ho provata dal vivo devo dire che è stata anche divertente da fare … Poi si sa, tra amici ci si diverte sempre». Lorenzo

«È stata una giornata diversa dal solito. Diversa dai soliti allenamenti, delle solite partite. Questa giornata ci ha permesso di capire quanto sia difficile giocare a basket, ma non solo avendo problemi di disabilità. Divertendoci siamo stati insieme e abbiamo potuto conoscere ragazzi meno abili che giocavano con noi. Per questo è stata una esperienza costruttiva e allo stesso tempo divertente, che non avevo mai provato pri­ma». Gabriele

«Il basket in carrozzina è divertente, essen­ziale e a portata di tutti, un’esperienza da non dimenticare, anzi che assolutamente vorrei ripetere. Sono rimasto molto colpito dalle diverse capacità fisiche dei giocatori ma ancora di più dal loro amore incondizio­nato per questo sport». Matteo

«Fermandosi a guardare ciò che accadeva si poteva notare una giornata di sport a tutto “tondo”. I canestri non sono forse dei cer­chi? Il centro del campo non è un cerchio? Le ruote delle carrozzine sono certamente circolari e la palla è una sfera composta da infiniti cerchi. Tutte le persone erano coinvolte, ognu­na per il proprio compito, e l’armo­nia respirata è sta­ta quella dettata da un grande girotondo di persone, tutte lega­te da un filo conduttore, fare comunità un rispetto e amicizia. Ora l’impegno nei pros­simi mesi è di incontrarsi nuovamente, per coltivare l’amicizia, per rinnovare la sfida, per stare insieme, perché anche se bello nulla è scontato». Fabio, Filippo, Flaminio, Giacomo, Lorenzo, Gabriele, Matteo (cap.) La signora barbara Baroni, che rappre­senta l’associazione G.I.S. a Cavriago, e la presidente di G.I.S., Maria Rosa Cantarel­li, ringraziano l’associazione di genitori la Rondine, l’Ottavo Giorno, la Casa protetta comunale, i volontari della Croce Rossa e, non per ultimo, il Comune di Cavriago.

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