Quando, di fronte a problemi che riguardano i nostri figli, percepiamo solo dei muri, degli ostacoli insormontabili, spesso unintuizione o lascolto di un consiglio possono aprire un varco, rivelandosi, nel tempo, una soluzione.

L’idea vincente di una mamma, di cui qui viene riportata la testimonianza, è stata quella di inserire il proprio figlio in una squadra, per praticare, con il supporto di tutor, uno sport di gruppo: il basket.

All inclusive sport dopo le inevitabili difficotà iniziali, si è rivelato una preziosa risorsa di integrazione, di crescita dell’autostima, di acquisizione di abilità sportive, capaci di veicolare, attraverso la pratica dello sport, nuove profonde motivazioni ad uscire da se stessi, per collaborare ad un progetto comune.

Difficoltà iniziali, si diceva, apparentemente insormontabili e fonte di nuove sofferenze: percepire linadeguatezza di mio figlio di fronte anche a ciò che si considera dato per scontato, ovvero il capire le regole del gioco, relazionarsi con i compagni di squadra, poter interagire con loroMio figlio è stato affiancato da tutor preparati, supportandolo adeguatamente e intervenendo nei momenti più difficili, consigliandolo, spronandolo. Fondamentale è stato il rapporto di complicità e di amicizia: la base da cui partire per iniziare a giocare insieme alla squadra, in sintonia e finalmente poter dire “adesso sò cosa fare”In due anni di  progetto, abbiamo cambiato due società sportive ma il successo è arrivato: gioca in squadra, i compagni passano la palla per andare a canestro, il tutor è sempre presente. Rimangono ancora molte conquiste da fare ma una è arrivata: ha imparato a gestirsi in autonomia, ha preso coscienza che ce la puoi fare contando sulle tue forze, ha appreso una nuova coscienza di sè.

E cosa è successo ?

Ebbene, passando davanti ad un campetto in alcuni ragazzini stavano giocando liberamente a Basket, mio figlio si è buttato in mezzo a loro, partecipando al gioco con questi nuovi compagni di squadra” . Alcuni sconosciuti, altri stupiti su il fatto che anche lui poteva…Una ventata di speranza, di felicità per noi e una certezza: lo sport può veramente essere inclusivo se le persone vengono adeguatamente accompagnate e supportate nel loro percorso e può diventare un modo del tutto alternativo per aprire varchi significativi anche in contesti in cui sono presenti muri considerati spesso insormontabili.

una famiglia

che ha partecipato

al progetto All Inclusive Sport